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POLITICA INTERNAZIONALE E DELLE MIGRAZIONI Corso di Laurea magistrale in Storia e società 2016/2017
Immigrati, rifugiati, clandestini
Immigrati Si definiscono, in maniera piuttosto restrittiva, "migranti economici" coloro che lasciano il loro paese per cercare migliori condizioni di vita: un lavoro che permetta loro di vivere e di mandare soldi alle famiglie lasciate in patria. Naturalmente quasi sempre le motivazioni sono più complesse, e vedono intrecciarsi elementi sociali, politici, sentimentali, professionali, culturali di vario genere. Abbiamo visto che in Europa – 508 milioni di abitanti – oggi vivono circa 64 milioni tra immigrati e rifugiati, che rappresentano l’8,8% della popolazione; 53 milioni vivono in Asia e costituiscono l’1,4% della popolazione asiatica; 45 milioni vivono negli Stati Uniti, pari al 13,5% della popolazione. In tempi recenti il processo di globalizzazione ha determinato una femminilizzazione della composizione dei flussi migratori: le donne costituiscono la metà dei migranti internazionali. La Banca mondiale ha stimato che nel 2007 i lavoratori migranti provenienti da paesi in via di sviluppo hanno inviato, attraverso canali ufficiali, rimesse per più di 240 miliardi di dollari. Se si considerano anche i canali informali, la cifra aumenta vertiginosamente.
Quanti sono gli immigrati in Italia? Nel 2016 gli stranieri residenti in Italia erano 5.026.153, pari all’8,3% della popolazione. Scomponendo questo dato, 1.517.023 sono gli stranieri di altri paesi dell’Unione Europea, mentre i cosiddetti extra-comunitari sono 3.508.429 (5,8% della popolazione). Le comunità straniere maggiormente presenti nel nostro paese:
Richiedenti asilo e rifugiati Il rifugiato è una persona costretta a fuggire dal proprio paese a causa delle persecuzioni subite o di uno stato di violenza generalizzato. La definizione più ampiamente utilizzata per indicare chi è un rifugiato è contenuta nella Convenzione di Ginevra del 1951, che descrive come rifugiato colui che “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese”. La Convenzione di Ginevra è stata firmata da 147 Stati. Il rifugiato è dunque una persona costretta a lasciare il proprio paese di origine e a chiedere protezione in un paese straniero. E’ proprio questa la caratteristica che contraddistingue il rifugiato rispetto al migrante economico. Mentre quest’ultimo sceglie liberamente di lasciare il proprio Paese in cerca di un futuro migliore dal punto di vista economico, sociale o culturale, il rifugiato è forzato a farlo. Non ha alcuna scelta. Abbandonare il proprio Paese è l’unico modo in cui può salvare la propria vita o libertà. In Italia il diritto di asilo, e di chiedere protezione, è garantito anche dall’art.10 comma 3 della Costituzione italiana: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.” Quest’articolo costituzionale in 70 anni non ha ancora trovato una esauriente traduzione normativa. Quanti sono i rifugiati?
L’intera Europa accoglie circa 1 milione 700 mila rifugiati, un numero simile a quello presente nel solo Pakistan. Questa la situazione nei principali paesi europei: Paese Numero rifugiati Incidenza sul totale popolazione
Dall'inizio del 2016, 266.026 migranti o rifugiati sono giunti in Europa via mare, in Italia (101.507) e in Grecia (162.015) in particolare. Nello stesso periodo, almeno 4.027 persone hanno perso la vita in mare mentre cercavano di giungere l’Europa. (Cfr. anche ultimi dati Eurostat , il sito dell'Asylum Information Database e l'ultimo Rapporto trimestrale sull'Asilo) Vedi anche: http://viedifuga.org/richiedenti-asilo-nellue-e-giro-di-vite-sulle-decisioni-positive/ Carta di Roma: Rifugiati e migranti, 7 grafici per capire come stanno le cose in Italia
Immigrati e rifugiati Che ruolo ha l’identità nel differenziare l'immigrato dal rifugiato? Innanzi tutto l’immigrato, ossia colui che per bisogno o per altri motivi ugualmente importanti, come una migliore qualità di vita, l'interesse culturale, o magari l’amore, lascia il proprio paese, accetta di mettere in crisi la propria identità: anzi, a volte questa sfida diventa una spinta all’emigrazione. Il richiedente asilo è del tutto diverso da questo punto di vista, perché al contrario dell’immigrato afferma la propria identità e ne richiede il riconoscimento, altrimenti non ottiene l’asilo politico. Il rifugiato non nasconde la sua identità, cosa che invece l’immigrato può voler fare se conosce bene la lingua e la cultura del paese di accoglienza. Il rifugiato, in termini più astratti, è qualcuno che ha affermato la sua identità contro l’identità egemone nel suo paese, e quindi porta con sé questa identità trasgressiva e vuole che gli sia riconosciuta; lo scopo del suo viaggio, il suo obiettivo, la sua speranza di salvezza è quella che la sua identità venga riconosciuta, e pertanto è interessato a documentarla. (Cfr. anche https://www.lenius.it/rifugiati-e-migranti-economici/ )
Clandestini E' uno dei termini più diffusi sulla stampa e sui grandi mezzi di comunicazione, che chiamano così - impropriamente - i migranti che non arrivano in modo regolare in Italia e in Europa. Ora, a prescindere dal fatto che i percorsi 'regolari' di ingresso nei Paesi europei sono di difficile percorrabilità, o addirittura inesistenti, il vocabolo 'clandestino' si riferisce a qualcuno che viaggia di nascosto (per esempio nella stiva di una nave, o all'interno di un camion): non ha quindi nulla a che vedere con i boat people che attraversano a bordo di un natante il Mediterraneo, e si sbracciano per attirare l'attenzione di una nave o degli abitanti delle coste su cui cercano di sbarcare. Tra l'altro, negli ultimi anni, buona parte dei migranti sono dei richiedenti asilo: che, al contrario dei 'clandestini', hanno tutto l'interesse a farsi riconoscere in quanto tali, proprio per ottenere l'agognato asilo politico.
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