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Mandela Dance
Un film documentario di Massimo Ghirelli
La danza di Mandela, la ballata di Nelson Mandela, la vita di Nelson Rohilala Mandela, comincia nel Sudafrica delle tribù con la favola di un tenebroso e romantico principe Xhosa, con tanto di lancia e di mantello di leopardo; si trasforma presto nella storia di un giovane avvocato di successo nel Sudafrica delle grandi città moderne; poi nel film drammatico di un rivoluzionario costretto in clandestinità dal Sudafrica dei bianchi, per poi mutarsi ancora nella ballata triste di un ergastolano nelle prigioni dell’apartheid, isolato dal mondo come un criminale per paura del suo carisma. per il mitico capo incarcerato sembrava non essere rimasto più futuro, una nuova favola: quella del ritratto di un Mandela grigio, uscito dalla galera dopo essere rimasto per tutti quegli anni giovane come le sue ultime foto al processo: e improvvisamente invecchiato, tutto d’un colpo come Dorian Gray, a chiedersi quanto sia difficile essere liberi. Come un eroe delle leggende, ma saggio e ardito, dolce e deciso. E di nuovo Mandela suona il Sudafrica delle canzoni di Makeba e Johnny Clegg, danza il ballo zulu del negro bianco, gioca la partita dei rugbisti bianchi di una squadra nera, colora il bianco e il nero di un paese fissato nel fascinoso fermo-immagine della musica e della cultura degli anni Cinquanta, canta con i cori di Sarafina e Nkosi Sikelele i’Afrika, dio salvi il tuo paese, urla l’inno di libertà di un popolo per la libertà di tutti i popoli oppressi. La battaglia, il tribunale, i processi, la verità strappata ai carnefici e la riconciliazione offerta ai persecutori: una nazione arcobaleno al posto delle liste tristi dei colorati, neri, mezzi neri, grigi e verdi dell’apartheid. sfida difficile di una nuova democrazia, canta la ballata di un Nobel conquistato dietro le sbarre, danza sui ritmi del tam tam e della modernità del web, tra le foto virate dei ragazzi del massacro di Sharpeville e la nuda stanza dove hanno cercato di spegnere il grido di libertà di Steve Biko, o i muri alzati sempre più alti per poeti come Antje Kroeg, tanto alti da sfidarla a salire più in alto di loro, per farli cadere con più rumore. Canta e danza e gioca Mandela una vita che sia degna d’essere cantata e danzata e giocata: d’essere raccontata ai ragazzi da un griot ispirato, la sera, intorno al fuoco sotto un baobab, o intorno alla pallida luce d’un televisore. Narrata per noi, per farci capire per cosa vale la pena morire, per cosa vale la pena vivere.
("Mandela Dance", 27'30", è stato prodotto dalla SD Cinematografica nel 2010, trasmesso da Rainews 24 e presentato al Festival Horcynus Orca nel 2011. Il promo del video è visibile su Youtube)
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